Da mercato per nostalgici a investimento: in 10 anni il valore è cresciuto del 192%. L’esperto: “Le quotazioni salgono anche per le piccole. Ma attenzione ai rischi”
di VITTORIO SABADIN
In 10 anni il valore delle auto storiche è aumentato del 192%, con una crescita di mercato superiore a quella degli investimenti in arte, vino o orologi. Solo i gioielli hanno fatto meglio nello stesso periodo, ma quasi esclusivamente per la crescita del prezzo dell’oro. Anche se le quotazioni delle auto classiche hanno mostrato qualche cedimento quest’anno, è comunque una bella notizia per le migliaia di appassionati che hanno speso anche somme ingenti per acquistare l’auto della quale erano innamorati da giovani. Ora possono dimostrare alla moglie e ai parenti che non erano così pazzi come sembravano quando hanno deciso di spendere lo stipendio di qualche mese per una vecchia Mini Cooper.
Ai raduni, la gente ammira le vetture d’epoca, ma guarda sempre con un po’ di sospetto i loro proprietari, che sembrano posseduti da una misteriosa infatuazione. L’ammirazione per le vecchie automobili contagia però un po’ tutti, e lo dimostra il crescente successo di manifestazioni come Automotoretrò a Torino, Autoclassica a Milano e Auto e moto d’epoca a Padova. Persino la trasmissione «Affari a quattro ruote», che vede il mago delle compravendite Mike Brewer e il simpatico genio della meccanica Edd China restaurare con passione vecchi ma affascinanti catorci, conquista su Dmax migliaia di telespettatori.
Collezionisti e curiosi
Sarà perché le auto di oggi si somigliano un po’ tutte e privilegiano la funzionalità rispetto alle belle forme, sarà perché la nostalgia degli anni della giovinezza è molto forte nei baby boomer e nella generazione X, ma il mercato delle auto d’epoca continua a crescere. Secondo i dati forniti da Axa e pubblicati dal «Daily Telegraph», solo considerando le aste e non le transazioni private, il giro d’affari globale vale 890 milioni di euro, il 40% dei quali è dovuto alle vetture da più di un milione di euro. Ma queste rappresentano appena il 2% del mercato, che è alimentato da Fiat 500, da Alfa Romeo degli Anni 60, 70 e 80, da vecchie Porsche e Mercedes, dalle classiche roadster e berline inglesi: tutte auto alla portata di molti.
«La gente si appassiona sempre di più», conferma Corrado Lopresto, uno dei maggiori collezionisti italiani, al telefono dalla Gran Bretagna, dove è impegnato nella Londra-Brighton con una Isotta Fraschini di inizio Novecento. «Ogni evento che riguardi le auto d’epoca ha ormai un carattere di massa, perché a fianco degli investitori partecipano migliaia di persone incuriosite. E le quotazioni salgono: a Goodwood ho incontrato una persona che aveva acquistato una Ferrari senza sapere di quale modello si trattasse. Voleva solo fare un investimento». Chi nel 2008 avesse avuto 200.000 euro per comprare una Lancia Aurelia B24 spider oggi potrebbe rivenderla a più di un milione, con un guadagno del 450%. Un’Alfa 1900 degli Anni 50 costava 15.000 euro nel 2012 e ora ne vale 30.000, un roadster Mg A si comprava per 17.000 euro nel 2006 e oggi è facile rivenderlo per 25.000.
Le nuove generazioni
I giovani miliardari preferiscono investire nelle supercar più recenti senza badare a spese. Il modello Ferrari «La Ferrari» costava un milione di euro nel 2014 e oggi vale quasi tre milioni. Lopresto è però convinto che investire in auto d’epoca anche nella fascia più bassa di prezzo sia un buon affare: «Le piccole e le medie hanno potenziali di crescita, che si tratti della vecchia auto di famiglia o dell’auto che si desiderava da ragazzi. Bisogna però che siano in ordine, originali, conservate con amore. E bisogna anche essere consapevoli che in Italia lo Stato considera le auto solo un bene da tassare, e non aiuta i collezionisti come avviene in altri Paesi».
Bisogna poi amare l’auto storica che si compra, perché sarà capricciosa, bisognosa di cure a volte costose, e verrà osteggiata dai sindaci con le ordinanze anti inquinamento. Non la si potrà lasciare in strada, né strapazzare guidandola. È sempre meglio acquistarla con l’aiuto di un esperto, perché ruggine non visibile, pezzi non originali e necessità di riparazioni non sfuggano al controllo. Se il mercato dell’auto d’epoca è promettente, non bisogna dimenticare che è anche pieno di insidie nascoste sotto al cofano.
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